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Libri

Nella terra di Pakhet

Maurizio Zulian, Graziano Tavan
NELLA TERRA DI PAKHET
Carnet de voyage nelle province centrali dell’Alto Egitto. Appunti di trent’anni di esplorazioni
Marsilio Arte
VENEZIA, 576 pp., ill col.
65,00 euro
ISBN 979-12-546-3040-2
www.marsilioeditori.it

Recensione originariamente pubblicata su Archeo n. 453 – Novembre 2022

Un diario di viaggio trentennale nelle terre dell’Egitto Centrale, lontano dai percorsi turistici, volto alla documentazione di una vera terra incognita preclusa, spesso, agli stessi studiosi, una guida scientifica ma anche un racconto di emozioni, incontri, riflessioni: le quasi seicento pagine di Maurizio Zulian, corredate da più di ottocento magnifiche fotografie scattate da lui stesso e da un ricco strumentario di approfondimento (bibliografia, indice analitico, glossari, cartine e tavole cronologiche) curato da Graziano Tavan, rappresentano uno strumento di conoscenza unico e straordinario delle antichità conservate in quello che gli egittologi chiamano «Medio Egitto».

Pubblichiamo, per gentile concessione degli autori e dell’editore, parte della prefazione al volume, firmata dall’archeologa e egittologa Edda Bresciani (la prefazione completa è su Archeo di novembre o su Issuu).

Questo bel libro può essere inteso nella pratica, e come indicato subito nel volume stesso, come una «guida» archeologica del Medio Egitto, tra la zona centrale del Cairo e la zona dell’Alto Egitto, tra Beni Suef e Sohag, un’ampia regione che trova la sua espressione «mitologica» nel titolo principale del libro: «Nella terra di Pakhet»; Pakhet era una dea leonessa, un felino potente «grande di magia», con caratteri che l’avvicinavano sia a Bastet-la-gatta sia a Sekhmet-la-leonessa, e la cui area di culto era appunto nel Medio Egitto. Ma a me piace molto il sottotitolo: «Carnet de voyage nelle province centrali dell’Alto Egitto. Appunti di trent’anni di viaggi», ed è questo spirito di esplorazione che sostiene e fa originali le relazioni di viaggio di Maurizio Zulian, fornendo un manuale che gli amanti di archeologia egiziana avranno sempre accanto, come opera di consultazione, di confronto, di aiuto anche bibliografico, grazie alle schede dei siti e all’elenco dei riferimenti, utilmente disposti in ordine cronologico alla fine del volume.

Ho conosciuto l’autore molti anni fa, a Rovereto, in occasione di una delle rassegne internazionali del cinema archeologico, e mi aveva molto impressionato la sua passione manifesta per i luoghi meno noti del Medio Egitto, da lui fotografati e schedati; ho seguito poi, lungo gli anni, i suoi fruttuosi rapporti con il Museo Civico di Rovereto, al quale ha donato la banca dati dell’intera documentazione, e del quale è stato fatto «Conservatore Onorario». Durante vari decenni (e inch’Allah avverrà ancora per altrettanti…) la «Terra di Pakhet» ha visto Maurizio Zulian passare, col cuore saldo del viaggiatore solitario, da luogo in luogo archeologico, di volta in volta il più remoto e il più irraggiungibile, da un taftish all’altro, da un bicchiere di the all’altro bevuto con gli ispettori, i protettori delle antichità fuori dai circuiti turistici, tutti amici del visitatore franghi, così competente ed esperto da essere lui molte volte a far da guida, lui a mostrare la locazione di tombe e di monumenti spesso dimenticati. O troppo remoti… (Continua su Archeo)

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